I mezzi di comunicazione di massa, oggi definiti “mass
media”, è la terza categoria che ha un ruolo fondamentale nella formazione e
influenza di un individuo, oltre la famiglia e la scuola.
Essa però negli
ultimi decenni ha portato all’esasperazione ed esagerazione nei confronti di
chi è perseguitato dalla stampa.
Questo genere di giornalismo è chiamato
“stampa scandalistica” che non ha nessun obiettivo tranne quello di vendere più
copie possibili, esso è ai limiti della diffamazione.
Tra coloro che sono stati
bersagliati dalla stampa vi era: Marilyn Monroe, ma chi era realmente? Quanto
era famoso il suo dramma?
La sua vita di eterna “dumb blonde” messa su varie
pellicole, nell’attesa di essere giudicato dal pubblico, ma cosa voleva che
fosse giudicato? Cosa realmente provava nel profondo del suo cuore dietro alla
maschera che esibiva in ogni sua partecipazione pubblica?
Forse è proprio
attraverso di esse che lei ha cercato di esprimerci il profondo dolore che
provava ma noi sordi a ogni richiamo che una persona ci dà, rimaniamo fermi lì
alle apparenze perché questo ci basta e ci fa sentire sicuri, anzi
insoddisfatti della nostra vita semplice che conduciamo, e allora ci allieta
guardare le star con invidia o con sadica gioia nell’apprendere le sue
disgrazie, perché il loro modo di vivere è diverso dal nostro.
Questo “guardare”
indisturbati la vita degli altri dovrebbe farci invece smuovere dall’interno,
perché ogni nostra azione nella sua semplicità, nella sua normalità ha una sua
importanza.
Non è necessario essere famosi per rendere la nostra vita speciale.
“L’uomo energico, l’uomo di successo, è colui che riesce, a forza di lavoro, a trasformare in realtà le sue fantasie di desiderio”
Sigmund Freud
Più volte dovremmo
chiederci cosa vogliamo dalla nostra vita, cosa realmente chiediamo a questa
società, perché inevitabilmente chiediamo ad essa di cambiare qualcosa alla
nostra vita, senza neanche scomporci noi stessi in prima persona.
E quando ciò
non avviene, ci lamentiamo e il ciclo virtuoso ricomincia, perché ci limitiamo
a guardare gli altri con disappunto.
Marilyn non è stata l’unica donna ad
essere vittima di questo sistema virtuoso, vi sono tanti altri volti noti,
quelle noi continuiamo a definire “star” che rimangono oggigiorno vittime dei
nostri occhi, delle nostre orecchie, perché cerchiamo di percepire ogni
cambiamento della loro vita, senza adoperarci a cambiar la nostra.
Una di
queste è senza dubbio Lady Diana, una donna di grande dolcezza ma al tempo
stesso di infinita tristezza, vittima della monarchia e dei media.
Senza riuscire
a uscire dal sistema che si era creato
attorno alla sua persona, l’abbiamo vista sorridente ma senza che la luce del
sorriso potesse raggiungere i suoi occhi, e noi stessi abbiamo dato per
scontato che quell’incurvamento di labbra, fosse vero.
Volevamo la principessa
delle favole, che in realtà non esisteva, era una donna che anelava amore dal
marito, comprensione dalla monarchia, e silenzio dai media; nulla di tutto ciò
è avvenuto.
Come disse Seneca “nessuno è più infelice che la maggior parte di
quelli che sono generalmente ritenuti felici”.
Cosa sappiamo di queste donne?
Hanno vissuto la loro vita, trainate dagli eventi, costrette a mentire in
pubblico e piangere lacrime di tristezza in privato, continuare a sorridere
perché è questo che chiediamo “noi”, questa società, che ha plasmato sé stessa,
inducendola a non sentirsi mai soddisfatta, mai comprensiva nei confronti degli
altri e altamente arrogante, creando stereotipi nei confronti di alcune
categorie di individui, dimenticando che siamo tutti uguali, sullo stesso
livello, con lo stesso desiderio di felicità.
Federica Tinè
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