giovedì 6 settembre 2012

I mass media e i personaggi femminili


I mezzi di comunicazione di massa, oggi definiti “mass media”, è la terza categoria che ha un ruolo fondamentale nella formazione e influenza di un individuo, oltre la famiglia e la scuola. 
Essa però negli ultimi decenni ha portato all’esasperazione ed esagerazione nei confronti di chi è perseguitato dalla stampa. 
Questo genere di giornalismo è chiamato “stampa scandalistica” che non ha nessun obiettivo tranne quello di vendere più copie possibili, esso è ai limiti della diffamazione. 
Tra coloro che sono stati bersagliati dalla stampa vi era: Marilyn Monroe, ma chi era realmente? Quanto era famoso il suo dramma? 
La sua vita di eterna “dumb blonde” messa su varie pellicole, nell’attesa di essere giudicato dal pubblico, ma cosa voleva che fosse giudicato? Cosa realmente provava nel profondo del suo cuore dietro alla maschera che esibiva in ogni sua partecipazione pubblica? 



Forse è proprio attraverso di esse che lei ha cercato di esprimerci il profondo dolore che provava ma noi sordi a ogni richiamo che una persona ci dà, rimaniamo fermi lì alle apparenze perché questo ci basta e ci fa sentire sicuri, anzi insoddisfatti della nostra vita semplice che conduciamo, e allora ci allieta guardare le star con invidia o con sadica gioia nell’apprendere le sue disgrazie, perché il loro modo di vivere è diverso dal nostro. 
Questo “guardare” indisturbati la vita degli altri dovrebbe farci invece smuovere dall’interno, perché ogni nostra azione nella sua semplicità, nella sua normalità ha una sua importanza. 
Non è necessario essere famosi per rendere la nostra vita speciale.

“L’uomo energico, l’uomo di successo, è colui che riesce, a forza di lavoro, a trasformare in realtà le sue fantasie di desiderio”

Sigmund Freud



 Più volte dovremmo chiederci cosa vogliamo dalla nostra vita, cosa realmente chiediamo a questa società, perché inevitabilmente chiediamo ad essa di cambiare qualcosa alla nostra vita, senza neanche scomporci noi stessi in prima persona. 
E quando ciò non avviene, ci lamentiamo e il ciclo virtuoso ricomincia, perché ci limitiamo a guardare gli altri con disappunto. 
Marilyn non è stata l’unica donna ad essere vittima di questo sistema virtuoso, vi sono tanti altri volti noti, quelle noi continuiamo a definire “star” che rimangono oggigiorno vittime dei nostri occhi, delle nostre orecchie, perché cerchiamo di percepire ogni cambiamento della loro vita, senza adoperarci a cambiar la nostra. 



Una di queste è senza dubbio Lady Diana, una donna di grande dolcezza ma al tempo stesso di infinita tristezza, vittima della monarchia e dei media. 
Senza riuscire a uscire dal sistema  che si era creato attorno alla sua persona, l’abbiamo vista sorridente ma senza che la luce del sorriso potesse raggiungere i suoi occhi, e noi stessi abbiamo dato per scontato che quell’incurvamento di labbra, fosse vero. 
Volevamo la principessa delle favole, che in realtà non esisteva, era una donna che anelava amore dal marito, comprensione dalla monarchia, e silenzio dai media; nulla di tutto ciò è avvenuto. 
Come disse Seneca “nessuno è più infelice che la maggior parte di quelli che sono generalmente ritenuti felici”.
Cosa sappiamo di queste donne? Hanno vissuto la loro vita, trainate dagli eventi, costrette a mentire in pubblico e piangere lacrime di tristezza in privato, continuare a sorridere perché è questo che chiediamo “noi”, questa società, che ha plasmato sé stessa, inducendola a non sentirsi mai soddisfatta, mai comprensiva nei confronti degli altri e altamente arrogante, creando stereotipi nei confronti di alcune categorie di individui, dimenticando che siamo tutti uguali, sullo stesso livello, con lo stesso desiderio di felicità. 


Federica Tinè

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