Cari lettori, la crisi si sente ed è forte, in Italia, in Germania, in Francia, negli States, in tutti i parlamenti è una priorità. Si sono adottate varie misure per arginarla, per combatterla o per farla sembrare una favoletta, tutte misure discutibili, criticabili o addirittura ridicole. Ma c’è da dire, che dopo i primi anni di tentativi di oscurarne la gravità, adesso se ne parla parecchio. Il presidente del consiglio la nomina spesso, fra una telefonata a Lavitola e una “cenetta” ad Arcore, ed è ossessionato dall’enorme debito pubblico che ci sovrasta e aumenta sempre di più. Per combattere la crisi e ridurre il debito, il nostro governo ha emanato ben due manovre finanziarie che evidentemente non sono bastate, non solo agli italiani che sentono ancora pesante il debito sulle spalle, ma anche all’Europa, che fa sentire la sua “sfiducia” attraverso i due paesi più forti economicamente (Francia e Germania) che in conferenza stampa liquidano l’Italia con un sorrisino, piuttosto bruciante e offensivo per gli italiani, oggettivamente inopportuno, presuntuoso e in sostanza scorretto.
Non fraintendetemi, cari lettori, non reputo serie e credibili le misure adottate dal governo per combattere la crisi, ma è del tutto fuori luogo e istituzionalmente sbagliato dare delle direttive o comunque dei giudizi (addirittura ironici) al governo italiano tramite solo due paesi dell’UE, seppur economicamente forti. Perché se si vogliono dare delle direttive allo stato italiano, si danno attraverso gli organi stabiliti e per voce di tutti i ventisette membri dell’UE.
Il governo italiano si è sentito comunque obbligato, giustamente, a rispondere ai vili sorrisini, tramite una lettera indirizzata all’Unione Europea, in cui viene stilato un programma futuro piuttosto fantasioso, e in particolare ha suscitato molto interesse l’innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni entro il 2026, capite, cari lettori, ENTRO IL 2026. L’impegno dello stato italiano è nullo, e quella lettera non ha alcun valore, se non quello di allarmare i milioni di vecchietti che hanno rischiato che saltasse in aria il pacemaker, e addio alla pensione.
Ovviamente, però, l’idea che è venuta subito in mente al premier è quella di mandare in pensione solo i morenti. Il governo italiano non ha pensato di alleggerire la burocrazia, fare una riforma fiscale seria, incoraggiare l’iniziativa imprenditoriale giovanile, eliminare o limitare il precariato, NO, cari miei, queste idee sono troppo concrete.
Il dubbio è, con i tempi che corrono, mi godrò la pensione, o la elimineranno del tutto?
Non fraintendetemi, cari lettori, non reputo serie e credibili le misure adottate dal governo per combattere la crisi, ma è del tutto fuori luogo e istituzionalmente sbagliato dare delle direttive o comunque dei giudizi (addirittura ironici) al governo italiano tramite solo due paesi dell’UE, seppur economicamente forti. Perché se si vogliono dare delle direttive allo stato italiano, si danno attraverso gli organi stabiliti e per voce di tutti i ventisette membri dell’UE.
Il governo italiano si è sentito comunque obbligato, giustamente, a rispondere ai vili sorrisini, tramite una lettera indirizzata all’Unione Europea, in cui viene stilato un programma futuro piuttosto fantasioso, e in particolare ha suscitato molto interesse l’innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni entro il 2026, capite, cari lettori, ENTRO IL 2026. L’impegno dello stato italiano è nullo, e quella lettera non ha alcun valore, se non quello di allarmare i milioni di vecchietti che hanno rischiato che saltasse in aria il pacemaker, e addio alla pensione.
Ovviamente, però, l’idea che è venuta subito in mente al premier è quella di mandare in pensione solo i morenti. Il governo italiano non ha pensato di alleggerire la burocrazia, fare una riforma fiscale seria, incoraggiare l’iniziativa imprenditoriale giovanile, eliminare o limitare il precariato, NO, cari miei, queste idee sono troppo concrete.
Il dubbio è, con i tempi che corrono, mi godrò la pensione, o la elimineranno del tutto?
Il vero problema è che mentre si parla delle pensioni, noi abbiamo una possibilità di entrare nel mondo del lavoro che è bassissima...forse è per questo che molti neanche ci pensano alla pensione, e quindi non hanno modo di commentare.
RispondiEliminaNel mio articolo ho citato le risposte serie che dovrebbero dare i governi alla crisi, solo che non vengono prese nemmeno in considerazione, perché le maggioranze risicate e l'incapacità di gran parte della classe dirigente non permettono risposte serie. Tutto qui.
RispondiEliminarivoluzione
RispondiEliminaOramai un giovane nel momento in cui intende immettersi nel mondo del lavoro, non pensa neanche lontanamente alla pensione, dato che sostanzialmente con tutti questi cambiamenti potremmo arrivare anche a non aver più diritto ad una pensione...
RispondiEliminaComunque credo che dovremmo tentare di prendere ciò che di buono hanno fatto paesi come ad esempio la Germania per superare la crisi. Non dimentichiamoci che la Germania non solo è tra i paesi che possono aiutare per superare la crisi, ma è anche il paese che ha dovuto far molto per recuperare tutti i debiti di guerra. Se fossimo stati noi nella stessa situazione, avremmo avuto la crisi dal dopoguerra...ad oggi...probabilmente...