
Ma facciamo un passo indietro.
L’epidemia cominciò intorno agli anni ’80 ed era definita
una “piaga dei gay” perchè i primi uomini a cui era stata diagnosticata erano
omosessuali. Ma col passare del tempo ci si rese conto che nessuno era immune
da questa patologia.
Oggi si può notare
come c’è ancora una profonda differenza a livello conoscitivo riguardo la
malattia tra i paesi industrializzati e il Terzo Mondo. In Africa, ad esempio,
sono ancora milioni che risultano positivi all’AIDS a causa dei fatiscenti
servizi sanitari e soprattutto per una mancata informazione. Pochissimi,
infatti, sono al corrente di quali siano le precauzioni per evitare il contagio
della malattia e addirittura molti non sanno neanche cosa sia un
“profilattico”. Da non sottovalutare sono anche le cosiddette “barriere
culturali” e tutte le credenze o tradizioni legate ai vari popoli. Un’adeguata
conoscenza ha sicuramente migliorato la situazione dell’Europa, (in Italia in
particolare attraverso i Consultori e le campagne nelle scuole) e ha prodotto
una visione della sessualità più responsabile e consapevole. Ma questa
spaccatura non deve e non può durare per sempre.
Informarsi e informare
deve essere il motto
per tutelare noi stessi e il mondo che ci circonda.
SIMONA MANCINO
SIMONA MANCINO
Nessun commento:
Posta un commento