mercoledì 8 febbraio 2012

Un posto fisso è monotonia, gli studenti di Torino protestano sui tagli alle borse di studio



Noi universitari ci prepariamo per affrontare il mondo del lavoro, proprio per questo quando il quadro politico comincia a parlare di “lavoro fisso” e “tagli alle spese universitarie” siamo tra i primi a interessarci.
Al Conservatorio Giuseppe Verdi, all’inaugurazione dell’anno accademico di Torino, alcuni studenti hanno preso parola per protestare del taglio alle borse di studio della regione, interrompendo il discorso dei ministri Fornero e Balduzzi.
La protesta ha voluto ricordare che noi studenti siamo «una risorsa non uno spreco» e che «L'università è un bene collettivo non una merce».

Fuori un corteo formato dai giovani dell'Edisu, i Cub e i No Tav, ha cominciato a sfilare per le vie della città.
Il ministro Fornero continua il suo discorso, di cui riportiamo alcune frasi:«Bisogna spalmare le tutele su tutti, non promettere il posto fisso che non si può dare. Questo vuol dire fare promesse facili, dare illusioni.Non vogliamo che non esista la possibilità di licenziare, ma che chi è stato licenziato sia aiutato dalle istituzioni e dall’azienda di trovare in tempi ragionevoli una nuova occupazione».
Ma purtroppo nessuna istituzione ha trovato una soluzione al problema, per adesso. Speriamo che si trovi al più presto una soluzione perché noi universitari di oggi non vogliamo diventare i precari del domani.

Ma per il premier Monti aver un posto fisso è «monotonia», come ha dichiarato durante la puntata di Matrix.
«I giovani dovrebbero essere aperti a nuove sfide e non aspettare piu` il tanto desiderato contratto a tempo indeterminato», di sfide ne abbiamo accettate parecchie, anche perché non abbiamo molta possibilità di scelta, se accettare la sfida oppure no.
Una riflessione sorge spontanea, forse sono i politici che non vogliono lasciare la loro poltrona a non accettare la sfida?
Il ministro degli interni Anna Maria Cancellieri, in un intervista al Tgcom 24 ha affermato che «noi italiani siamo fermi al posto fisso nella stessa città, di fianco a mamma e papà».
Ultimamente le affermazioni dei nostri politici non sembrano molto fiduciose nei nostri confronti, ma ad ognuno viene lasciata una libera interpretazione.
Antonella Passini

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