venerdì 3 febbraio 2012

Sant'Agata, guardando oltre la festa religiosa



Oggi, in data 3 Febbraio, nella città di Catania hanno inizio i festeggiamenti della festa di Sant'Agata che, come da tradizione, si protrarranno per tre giorni tra fuochi d'artificio, bande, ceri, processioni, funzioni religiose e quant'altro concerne l'aspetto più sacro della festività che dal 2008 è stata riconosciuta dall'UNESCO come Bene Antropologico dell'Umanità.

Purtroppo, oltre al lato sacro e religioso della terza festa religiosa più grande del mondo che ogni anno attira oltre un milione di persone tra devoti, pellegrini, curiosi ed il resto dell'hinterland catanese, non si può chiudere un occhio sulle polemiche, sulle questioni e sui disagi che si celano dietro un evento di così imponenti dimensioni e che paralizza una città intera.
E' inevitabile l'interesse di terze parti, che non fanno parte ne' del mondo ecclesiastico ne' dell'organizzazione della festa a livello comunale o di servizio d'ordine, che si trovano a mettere le mani ed a porre le proprie condizioni in svariati aspetti della festa.

Il lato peggiore di questa situazione? Che la maggior parte dei cittadini sa, ma fa finta di non sapere, limitandosi a godersi la festa senza comprendere a fondo i danni che questa omertà (perché questo è il suo nome) porta sia alla città che all'immagine stessa della festa.
Nel momento in cui mi trovo personalmente a passeggiare per via Etnea, durante la processione, e vedo con i miei occhi e sento con le mie stesse orecchie che molti dei miei concittadini sono coscienti del fatto che le pause della processione e tutto quanto vi ruoti intorno vengono effettuate in determinate zone, perché i commercianti hanno pagato "chi di dovere" per aumentare i propri introiti e lavorare "meglio" e "più tranquillamente", mi ritrovo ad indignarmi ed a vergognarmi io stesso per tutto quello che chi crede nella religiosità della festa è costretto a subire.

Campagne contro questo genere di cose e proteste ogni tanto sono venute allo scoperto, seppur timidamente, negli anni passati con l'affissione di volantini nelle zone nevralgiche del percorso della Santa e nei luoghi di maggiore interesse per la festa.
Il motto di questa campagna era "Sant'Agata non paga il pizzo".

Oltre all'organizzazione della festa i maggiori disagi e i maggiori pericoli si manifestano solo dopo la stessa e si protraggono per lungo tempo.
La cera che viene sciolta durante la processione e che rimane sulle strade per lungo tempo causa pericoli ed in passato è costata la vita anche ad un giovane, nostro coetaneo, che viaggiava con lo scooter per la strada ma che è stato coinvolto in un incidente proprio a causa della cera sull'asfalto.
Tantissimi sono stati gli appelli degli amici e della famiglia per evitare questo spargimento selvaggio ed insensato di cera sulle strade che il servizio di pulizia, successivo alla festa, riesce a rimuovere ed a smaltire lentamente vista la quantità industriale che viene consumata.

Video di denuncia sono stati portati avanti anche a livello nazionale, ma l'appello dei cittadini e delle istituzioni stesse per un regolamento ben chiaro e definito sulle procedure di assegnazione degli appalti, sull'organizzazione della festa e sulla durata della stessa non è mai stato accolto.

Per quanto ancora potremo far finta di niente? Per quanto ancora dovremo convivere passivamente accettando tutte queste condizioni al limite dell'indecenza?
Siamo in un paese civile e che gode di leggi e di istituzioni che, per quanto disorganizzate possano risultare, devono garantire la sicurezza e la legalità di queste manifestazioni e di tutti gli aspetti della vita dei cittadini durante le stesse.
Per questo il silenzio non è più concesso, dato che chi sa deve fare sapere anche agli altri, perché è l'informazione che da forza!


Massimiliano Fazio

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