
In questi anni noi studenti siamo stati accusati un po’ di tutto.
Siamo dei scansafatiche che vogliono ottenere tutto subito, un pezzo di carta e poi subito un lavoro stabile e ben pagato. Ma perché non dovrebbe essere così del resto? Ogni percorso universitario si scontra con mille problemi e fatiche.
Solo una piccola classe, l’élite italiana, riesce ad ottenere ciò che desidera in tempi brevi, laureandosi a 23 anni, diventando professore a 29, e successivamente viceministro a 37 anni. Avete già capito di chi si sta parlando? Forse questa frase vi potrà rinfrescare la memoria: «Dobbiamo iniziare a far passare messaggi culturali positivi. Dobbiamo dire ai nostri giovani che se a 28 anni non sei ancora laureato sei uno sfigato, se decidi di fare un istituto tecnico professionale sei bravo e che essere secchione è bello. Almeno hai fatto qualcosa».
Il soggetto in questione è il viceministro Martone, figlio di un noto giudice, c’è poco altro da dire sul suo conto. Ciò che doveva essere messo in evidenza è stato già messo. Da parte di tutti gli studenti si è accesa una grossa polemica sulla sua affermazione, anche noi non saremo da meno.
Per far ciò daremo un occhiata ad una carriera universitaria generica, ma vicina a noi. Caro viceministro, ci siamo diplomati a 19 anni, subito abbiamo passato un pre-esame che ha lasciato fuori una fetta di nostri coetanei e non. Sono passati 3 anni, abbiamo finalmente la laurea, senza aver avuto nessun incidente di percorso ovviamente. Ma questo “pezzo di carta” potrà servirci a trovare lavoro? Forse per alcuni si, per altri si aggiungono 2 anni di specialistica. A 24 anni forse possiamo cominciare a mandare curriculum un po’ ovunque. Faremo anche dei concorsi, ma non siamo all’altezza di chi ha master, 2 lauree, e qualcosa in più di noi. La loro età media sarà di 28/30 anni.
In sostanza, caro viceministro, abbiamo passato la vita a studiare, sottraendo tempo prezioso per far altro, soldi dalle tasche di chi per noi ha pagato gli studi, ed alcuni han dovuto metterli di tasca loro andando a far lavori mal retribuiti e molto spesso in condizioni non molto favorevoli. Tutto questo perché siamo “sfigati”.
Ma attenzione, Martone si scusa con gli studenti che si sono sentiti offesi, e prova un «profondo rispetto per i giovani che studiano, per l'università e per tutti quelli che ci sono dentro». In realtà la sua affermazione non voleva essere provocatoria, ma voleva spiegare semplicemente che «sono sfortunati quelli che aspettano tanto per laurearsi perché il mercato del lavoro si fa sempre più difficile, più tardi ci si laurea più difficile è trovare lavoro. Questa è una verità scomoda» .
Siamo solo noi ad aver inteso male le sue intenzioni? A quanto pare no.
Ecco la risposta del sindaco di Roma, Gianni Alemanno: «Essendomi laureato a 46 anni non posso che dire che ha fatto una battuta infelice. »
C’è altro da aggiungere? Scrivetelo in un commento.
Siamo dei scansafatiche che vogliono ottenere tutto subito, un pezzo di carta e poi subito un lavoro stabile e ben pagato. Ma perché non dovrebbe essere così del resto? Ogni percorso universitario si scontra con mille problemi e fatiche.
Solo una piccola classe, l’élite italiana, riesce ad ottenere ciò che desidera in tempi brevi, laureandosi a 23 anni, diventando professore a 29, e successivamente viceministro a 37 anni. Avete già capito di chi si sta parlando? Forse questa frase vi potrà rinfrescare la memoria: «Dobbiamo iniziare a far passare messaggi culturali positivi. Dobbiamo dire ai nostri giovani che se a 28 anni non sei ancora laureato sei uno sfigato, se decidi di fare un istituto tecnico professionale sei bravo e che essere secchione è bello. Almeno hai fatto qualcosa».
Il soggetto in questione è il viceministro Martone, figlio di un noto giudice, c’è poco altro da dire sul suo conto. Ciò che doveva essere messo in evidenza è stato già messo. Da parte di tutti gli studenti si è accesa una grossa polemica sulla sua affermazione, anche noi non saremo da meno.
Per far ciò daremo un occhiata ad una carriera universitaria generica, ma vicina a noi. Caro viceministro, ci siamo diplomati a 19 anni, subito abbiamo passato un pre-esame che ha lasciato fuori una fetta di nostri coetanei e non. Sono passati 3 anni, abbiamo finalmente la laurea, senza aver avuto nessun incidente di percorso ovviamente. Ma questo “pezzo di carta” potrà servirci a trovare lavoro? Forse per alcuni si, per altri si aggiungono 2 anni di specialistica. A 24 anni forse possiamo cominciare a mandare curriculum un po’ ovunque. Faremo anche dei concorsi, ma non siamo all’altezza di chi ha master, 2 lauree, e qualcosa in più di noi. La loro età media sarà di 28/30 anni.
In sostanza, caro viceministro, abbiamo passato la vita a studiare, sottraendo tempo prezioso per far altro, soldi dalle tasche di chi per noi ha pagato gli studi, ed alcuni han dovuto metterli di tasca loro andando a far lavori mal retribuiti e molto spesso in condizioni non molto favorevoli. Tutto questo perché siamo “sfigati”.
Ma attenzione, Martone si scusa con gli studenti che si sono sentiti offesi, e prova un «profondo rispetto per i giovani che studiano, per l'università e per tutti quelli che ci sono dentro». In realtà la sua affermazione non voleva essere provocatoria, ma voleva spiegare semplicemente che «sono sfortunati quelli che aspettano tanto per laurearsi perché il mercato del lavoro si fa sempre più difficile, più tardi ci si laurea più difficile è trovare lavoro. Questa è una verità scomoda» .
Siamo solo noi ad aver inteso male le sue intenzioni? A quanto pare no.
Ecco la risposta del sindaco di Roma, Gianni Alemanno: «Essendomi laureato a 46 anni non posso che dire che ha fatto una battuta infelice. »
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Antonella Passini
Antonella...posso solo esprimerti i miei complimenti per l'ottimo articolo...sei stata davvero brava..
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