Tra pochi giorni ci sarà la giornata internazionale del “giorno della memoria” per commemorare le vittime dell’Olocausto, ricordando anche coloro che a proprio rischio e pericolo hanno deciso di esporsi per aiutare e nascondere le persone perseguitate.
Ma noi ogni anno, come ci prepariamo a questa giornata?
Qualcuno storcerà il naso e dirà che non c’è nulla da preparare, qualcun altro dirà una preghiera per coloro che non ci sono più. Ogni persona ha una sensibilità diversa ma questa giornata ci costringe almeno a un minuto di silenzio, per coloro che di silenzio ne hanno fatto una ragione di vita, in quanto il solo lamentarsi avrebbe potuto mettere fine alla loro esistenza. Ogni anno ricordiamo (perché da festeggiare c’è ben poco)l’entrata dell’armata rossa ad Auschwitz dove trova i pochi ebrei superstiti, negli occhi il terrore, la paura e la speranza di poter uscire, di poter essere ancora liberi e di poter riabbracciare i propri cari, ma con l’angoscia nel cuore.
Come avrebbero potuto riprendere in mano la loro vita quando i loro occhi avevano visto la morte?
La loro umanità sopita da ogni genere di crudeltà, aspettando il giorno del giudizio, aspettando e quasi sperando di poter raggiungere la propria famiglia piuttosto che condurre una non-vita fatta di catene e pregiudizi.
Allora come hanno ripreso in mano la propria vita queste persone? Oggi le possiamo definire “coraggiose” oltre ogni limite, ma nel loro cuore non si parla di coraggio, ma di Fede che oggi è un concetto astratto, che non ci corrisponde, invece loro nella paura hanno trovato conforto presso Dio.
Allora come è possibile avere fiducia in Lui che vede il suo popolo soffrire e non fa niente? Anche qui ci poniamo la domanda sbagliata: perché siamo noi che non facciamo niente per noi stessi e per gli altri? Perché non ci rendiamo conto che tutto ciò che Lui ci chiede è solo amore verso il prossimo?
Ciò che successe, non ci impedisce affatto di fermarci un attimo e pensare che il Cuore dell’uomo è fatto per amare, invece oggigiorno vediamo continuamente filmati di odio e di violenza in cui si innalza la concezione di libertà senza responsabilità, la partecipazione a ogni genere di cose trasgressive senza concezione di ciò che è il proprio limite. Ciò non significa che dobbiamo fare i finti perbenisti, anzi dobbiamo riconoscere che dentro di noi c’è sempre una porzione di male che alberga, che può anche crescere e influenzarci… ma è qui che dobbiamo agire (cosa che non hanno fatto i soldati nazisti), ossia scegliere PER quale parte agire (se per la nostra coscienza o semplicemente obbedire passivamente ad ordini di terzi), che è riconoscere una parte di noi stessi che non manca, ma che è sopita. Anche oggi commettiamo atrocità contro la persona, senza avere un criterio se non quello dell’odio e dell’egoismo. L’uomo fondamentalmente è egoista ma siamo dotati di ragione e di un cuore. Perché allora ci vergogniamo tanto a usarlo? Perché ci scandalizziamo di avere una morale? È preferibile allora essere forti e cinici piuttosto che sinceri e onesti? Anziché imparare dagli errori del passato, li ricicliamo e diamo loro un nuovo nome. L’avere pregiudizi nei confronti delle persone è una piaga per l’umanità che ha condotto il popolo ebreo, e non, ad essere sterminato barbaramente senza possibilità di difendersi.
La giornata della memoria può essere non solo una giornata di ricordo nei confronti delle vittime del nazismo e fascismo ma anche una giornata per noi, per riscoprire il valore della vita che ormai è andato perso in quanto vittime di noi stessi, che colmiamo il nostro vuoto attraverso cose materiali e non ci accorgiamo che niente di tutto ciò ci basta, chiudiamo la domanda al nostro cuore che desidera cose grandi perché tendiamo sempre all’infinito.
Come disse Socrate:
"Una vita passata senza chiedersi il perché delle cose è una vita buttata via"
Tinè Federica
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