giovedì 7 marzo 2013

Medaglia morale a Ivan Fernandez





Al giorno d’oggi ci troviamo in un’epoca in cui la scorrettezza e l’egoismo sono all’ordine del giorno.
Lo leggiamo sui giornali, lo vediamo in televisione; lo percepiamo semplicemente nella realtà di tutti i giorni: ognuno persegue il proprio interesse personalistico e per raggiungerlo è disposto ad utilizzare ogni mezzo.
Quel che è peggio, è il sentimento di soddisfazione che in alcuni casi si prova quando tale traguardo viene conquistato senza il minimo sforzo, magari scavalcando qualcuno, magari prendendosi gioco di qualcuno, semplicemente per il gusto di sentirsi più furbi degli altri.

Ma tanto ormai il mondo sta andando a rotoli, non ci si stupisce più nulla. Non è questa la risposta che ci diamo?
La verità è che oggi siamo profondamente disillusi: i nostri occhi e le nostre orecchie sono così abituate a sentirsi propinare continuamente ingiustizie e catastrofi, che aspettarsi il peggio è quasi una normalità.
Senza andare troppo lontano, basti guardare le persone che ci circondano ogni giorno spesso sfacciate, volgari e maleducate. Così, quando ci troviamo di fronte una persona a modo, gentile e onesta, elogiamo l’evento come se fosse qualcosa fuori dal comune. Ma non dovrebbe essere questa la normalità?
Un episodio di simile portata si è verificato in ambito sportivo quando l’atleta spagnolo Ivan Fernandez ha compiuto un gesto di profonda correttezza e onestà accompagnando il vincitore delle medaglia di bronzo alle olimpiadi di Londra, Abel Mutai, al traguardo.
Quest’ultimo, infatti, aveva avuto un momento di esitazione a pochi metri dal traguardo stesso, ma nonostante questo, il maratoneta spagnolo non ha approfittato della situazione.
Ha, infatti, addirittura accompagnato il suo avversario, giustificando poi il suo gesto dichiarando che non si sentiva affatto di meritare la vittoria, che in ogni caso, a suo avviso, non rappresenta la vera essenza dello sport.
C’è chi magari sentendo una cosa del genere potrebbe esclamare una frase del tipo: “Come può essere sicuro che l’altro avrebbe fatto la stessa cosa al suo posto?”
Sta proprio qui il problema: facciamo qualcosa di buono con l’aspettativa di ricevere qualcos’altro in cambio, poiché in caso contrario si ha l’impressione di perdere qualcosa o passare per sciocchi.
Sono gesti come questi che, invece, ci fanno riscoprire valori quali l’onestà, il rispetto per il prossimo; il valore di una corretta competizione sportiva in cui il tuo “avversario” è un “compagno” ,e ancora, l’umiltà di accettare la sconfitta.
Anche se in realtà quella di Ivan Fernandez non è affatto una sconfitta, anzi al contrario: è la riscoperta di un’etica, che sembrava ormai perduta; una “medaglia morale” che ha sicuramente più valore di un qualsiasi pezzo di metallo.

Federica Malfa

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