mercoledì 2 novembre 2011

L' Italia che vogliamo

Ieri è stata una giornata disastrosa per i mercati finanziari. L’Europa trascinata dalla minaccia del referendum sulla manovra greca ha bruciato 219 miliardi e l’Italia ne ha persi 22. Il nostro paese ieri ha rischiato il fallimento e adesso è chiaro a tutti che non si può vivere fingendo di stare nel paese dei balocchi, i problemi bisogna affrontarli a testa alta e con misure serie. La classe politica ha forse realizzato di essere responsabile e di avere il dovere di lavorare seriamente per risolvere i problemi del paese, o forse no…Oggi c’è stato chi ha minacciato la guerriglia se si fossero toccate le pensioni (cosa grave in un paese democratico), chi ha approfittato della situazione per ribadire lo stesso slogan (passo indietro, passo indietro !!), chi, follemente, preferisce abolire in sostanza il welfare, invece di rilanciare l’economia snellendo la macchina statale.


Eh si, i politici son sempre gli stessi, non riescono mai a pensare al paese invece che al voto. La loro reazione alla giornata di ieri, in base al colore politico, è stata: “Cribbio !! Non lascerò il campo !!” ,oppure,  “Ragassi, se non si vince stavolta…”, intanto quasi 1/3 dei giovani sogna un impiego, l’8,3 percento degli italiani vorrebbe una repubblica fondata sul lavoro e il debito pubblico schizza a quasi 2mila miliardi.Eppure sono ancora convinto che l’Italia sia un paese capace di potere realizzare grandi cose, di proporsi come avanguardia e non come retrovia, di innovare invece che distruggere, di agire invece che subire.
L’Italia che vogliamo è un paese in grado di esprimere il meglio di sé anche attraverso i suoi rappresentanti, è un paese libero di informare e informarsi, di pensare al futuro senza dimenticare il passato, di rispettare il cittadino in quanto sovrano e di garantire il diritto allo studio e al lavoro. L’Italia che vogliamo è la stessa della costituzione !!!

2 commenti:

  1. Andando avanti di questo passo l'Italia rischia di ritornare ad essere un paese povero.

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  2. Complimenti Dario, bellissimo articolo!

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