venerdì 14 dicembre 2012

Primarie: Vecchio Vs Nuovo


Come ben noto le primarie,sono uno strumento democratico attraverso il quale gli elettori o militanti di un partito politico decidono chi sarà il candidato premier di coalizione. 
La Ratio delle elezioni primarie è la promozione della massima partecipazione degli elettori alla scelta dei candidati a cariche pubbliche.
Giorno 25 Novembre 2012 si sono svolte le elezioni primarie per individuare il leader della coalizione Centro-Sinistra che si ricandiderà alle elezioni nazionali. 

A partecipare sono stati 5 candidati:

Pierluigi Bersani (PD) attualmente deputato e segretario del PD.


Laura Puppato (PD) Consigliere regionale della regione veneto.


Matteo Renzi (PD) Sindaco di Firenze.


Bruno Tabacci (API) Deputato e assessore al comune di Milano.


Nichi Vendola (SEL) Presidente della regione Puglia. 


Al primo turno hanno partecipato al voto oltre tre milioni di votanti e nessuno dei candidati ha raggiunto il 50%+1 devi voti,pertanto si è ricorso al ballottaggio tra Pierluigi Bersani e Matteo Renzi.
Il 2 Dicembre 2012 gli elettori sono stati invitati nuovamente ad esprimere quale fosse tra le due figure politiche il Leader in grado di guidare la coalizione alle prossime elezioni politiche. 
I risultati hanno decretato la vittoria del segretario del PD Pierluigi Bersani con il 60,9 % dei voti contro il 39,1 % di Matteo Renzi. L’alta partecipazione ha messo in luce il bisogno e la volontà del popolo di partecipare alla vita politica del nostro paese, quest’ultimo rileva, inoltre, la voglia di cambiamento dovuta anche e soprattutto ad una forma di ”insoddisfazione” nei confronti dell’operato del precedente governo. 
Sono dati questi che fanno ben sperare in una futura vittoria del partito democratico alle prossime elezioni politiche. Com’è noto queste primarie hanno messo in luce due idee di paese contrapposte:
il giovane Renzi, di cui si è tanto parlato per la sua idea di “rottamazione”, con la quale si intende una rottamazione non anagrafica ma ideologica. Rottamare tutte quelle idee che non hanno fatto bene al paese a prescindere che siano di un ventenne o di un ottantenne.
Renzi ha poi posto al centro del suo programma la questione femminile collegata all’istruzione e alla questione lavorativa, ha senza alcun timore affermato il bisogno di dialogare con tutte le forze presenti nel paese,compreso il mondo della finanza, ha portato avanti idee nuove e un nuovo modo di fare politica che tracceranno un nuovo percorso a prescindere da come siano andate le primarie.
D’altro canto, chi ha sostenuto Bersani lo ha fatto perché dalla sua parte essendo una figura già presente da tempo in politica, le sue idee ben radicate costituiscono da sempre il pilastro portante di quello che oggi è il PD con idee democratiche.
La sua esperienza crea nell’elettorato un sentimento di fiducia a onor del vero, bisognerebbe lasciar spazio ai giovani, ma si parla di un impegno così grande e delicato (dovuto soprattutto alla crisi che oscura la nazione)che si percepisce da lontano la paura degli elettori di poter sbagliare incaricando un giovane alle prime armi a governare.
Adesso si gioca a carte scoperte, Bersani ci lancia un messaggio importante,ribadito più volte, che il nostro paese ha bisogno di lealtà e verità e non di falsificazioni della realtà.

Come giocherà Bersani le sue carte di fronte all’ appuntamento elettorale in primavera, in cui sarà chiamato a rappresentare tutta la coalizione di centro-sinistra alle prossime elezioni nazionali?
La risposta dovrà essere pronta e tempestiva, perché il Paese ha bisogno di risposte concrete su temi economici e sociali.

Alessia Insanguine

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