lunedì 21 gennaio 2013

Amianto: tutto ciò che c’è da sapere ed è rimasto nascosto per troppi anni.


L’asbesto (o amianto) è un insieme di minerali, che compongono un materiale,  in natura molto comune. 
Utilizzato ormai da “troppi” anni nella composizione di oggetti di uso comune, dovuto principalmente alla sua alta resistenza al calore  che lo rendono adatto come materia prima per indumenti e materiale per esterni a prova di alte temperature, ma la sua ormai accertata nocività per la salute ha portato a vietarne l'uso in molti Paesi. 



Le polveri d’amianto ,se respirate, possono causare gravi patologie come tumori polmonari e altre malattie che provocano pesanti conseguenze, anche mortali. In Italia, la lavorazione e  la produzione di questo tipo di materiale altamente “cancerogeno” è stata bandita grazie alla legge 257 del ‘92; cosi da tutelare non solo i cittadini, ma i lavoratori del settore edile; quest’ultimi sicuramente più esposti al rischio “amianto”, creando dei veri e propri report sulle attività delle fabbriche che utilizzano nei loro composti l’asbesto, cosi da poter avviare il processo di bonifica degli impianti, ma purtroppo in alcune regioni questo rapporto non è stato stilato, cosi da avere la mappa  delle regioni a rischio amianto.   
Nonostante questa legge appena menzionata,  i casi di morte causati dalle polveri sottili sprigionate da codesto materiale, sono innumerevoli. Tra questi sicuramente il   più emblematico, e purtroppo poco conosciuto è da riscontare in un piccolo paese del messinese nel comune di San Filippo del Mela. 

Infatti,  il 7 Dicembre 2012 perse la vita un operaio per insufficienza respiratoria , causata proprio dall’esposizione continua a questo materiale killer. Purtroppo nella stessa fabbrica, la “ Sacelit” persero la vita ben 110 lavoratori su 210 ex dipendenti. Inoltre il dato più “agghiacciante” non è la morte dei soli operai, dato che comunque sconvolge già; ma la successiva  morte di alcuni familiari dei lavoratori.
Ci sono casi meno gravi, che comunque  necessitano attenzione, come il ritrovamento di amianto in varie zone pubbliche e private  del territorio siciliano. 
A Palermo, sono stati riscontrati ben due casi nel mese di dicembre; il primo presso la facoltà di Agraria del capoluogo siciliano in cui vi è la presenza di un capannone ricoperto di amianto; nel secondo caso sempre nel capoluogo, gli studenti di un istituto comprensivo, Renato Guttuso, denunziano la presenza di un capannone industriale, appartenente ad un’ azienda in fallimento,  nelle vicinanze della  propria scuola.



Un caso  che riguarda la comunità catanese è quello del liceo scientifico “Galileo Galilei”. Gli studenti hanno occupato per lungo tempo l’istituto per il ritrovamento di amianto nel tetto della succursale del  liceo catanese. Secondo gli studenti il personale della scuola era a conoscenza della presenza di materiale cancerogeno e che il caso è stato sollevato solo negli ultimi mesi, grazie alla denuncia degli studenti stessi.

Molto è stato fatto per bonificare le aree contaminate, ma non è stato rilevato ancora un impegno deciso e proficuo nel smantellare tutti i materiali pericolosi alla salute di tutti noi cittadini, che purtroppo  portano ogni giorno alla morte di centinaia di persone. La prima fase per debellare codesto fenomeno è l’impegno giornaliero di tutti i cittadini alla denuncia di ogni caso di abbandono di materiali illeciti, come molte discariche abusive con la prevenzione e il controllo da parte delle istituzioni  e degli enti locali competenti alla bonifica delle aree altamente nocive.


Claudio Panebianco
Daniele Picciolo

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