L’asbesto (o
amianto) è un insieme di minerali, che compongono un materiale, in
natura molto comune.
Utilizzato ormai da “troppi” anni nella composizione di
oggetti di uso comune, dovuto principalmente alla sua alta resistenza al calore che lo rendono adatto come materia prima per indumenti e
materiale per esterni a prova di alte temperature, ma la sua ormai accertata
nocività per la salute ha portato a vietarne l'uso in molti Paesi.
Le polveri
d’amianto ,se respirate, possono causare gravi patologie come tumori polmonari e
altre malattie che provocano pesanti conseguenze, anche mortali. In Italia, la
lavorazione e la produzione di questo
tipo di materiale altamente “cancerogeno” è stata bandita grazie alla legge 257
del ‘92; cosi da tutelare non solo i cittadini, ma i lavoratori del settore
edile; quest’ultimi sicuramente più esposti al rischio “amianto”, creando dei veri e propri report sulle attività delle fabbriche
che utilizzano nei loro composti l’asbesto, cosi da poter avviare il processo
di bonifica degli impianti, ma purtroppo in alcune regioni questo rapporto non
è stato stilato, cosi da avere la mappa delle regioni a rischio amianto.
Nonostante questa legge appena menzionata,
i casi di morte causati dalle polveri
sottili sprigionate da codesto materiale, sono innumerevoli. Tra questi
sicuramente il più emblematico, e
purtroppo poco conosciuto è da riscontare in un piccolo paese del messinese nel
comune di San Filippo del Mela.
Infatti,
il 7 Dicembre 2012 perse la vita un
operaio per insufficienza respiratoria , causata proprio dall’esposizione
continua a questo materiale killer. Purtroppo nella stessa fabbrica, la “
Sacelit” persero la vita ben 110
lavoratori su 210 ex dipendenti. Inoltre il dato più “agghiacciante” non è
la morte dei soli operai, dato che comunque sconvolge già; ma la successiva morte di alcuni familiari dei lavoratori.
Ci sono casi meno gravi, che comunque necessitano attenzione, come il ritrovamento
di amianto in varie zone pubbliche e private del territorio siciliano.
A Palermo, sono
stati riscontrati ben due casi nel mese di dicembre; il primo presso la facoltà
di Agraria del capoluogo siciliano in cui vi è la presenza di un capannone
ricoperto di amianto; nel secondo caso sempre nel capoluogo, gli studenti di un
istituto comprensivo, Renato Guttuso, denunziano la presenza di un capannone
industriale, appartenente ad un’ azienda in fallimento, nelle vicinanze della propria scuola.
Un caso
che riguarda la comunità catanese è quello del liceo scientifico
“Galileo Galilei”. Gli studenti hanno occupato per lungo tempo l’istituto per
il ritrovamento di amianto nel tetto della succursale del liceo catanese. Secondo gli studenti il
personale della scuola era a conoscenza della presenza di materiale cancerogeno
e che il caso è stato sollevato solo negli ultimi mesi, grazie alla denuncia
degli studenti stessi.
Molto è stato fatto
per bonificare le aree contaminate, ma non è stato rilevato ancora un impegno
deciso e proficuo nel smantellare tutti i materiali pericolosi alla salute di
tutti noi cittadini, che purtroppo
portano ogni giorno alla morte di centinaia di persone. La prima fase
per debellare codesto fenomeno è l’impegno giornaliero di tutti i cittadini
alla denuncia di ogni caso di abbandono di materiali illeciti, come molte
discariche abusive con la prevenzione e il controllo da parte delle istituzioni
e degli enti locali competenti alla
bonifica delle aree altamente nocive.
Claudio Panebianco
Daniele
Picciolo
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