11 febbraio 1990
Uno dei giorni più importanti della storia sudafricana…e non solo!
Oggi in Sudafrica si festeggia la liberazione di uno dei più importanti personaggi storici del popolo africano: Nelson Rolihlahla Mandela, al quale gli venne attribuito l’ appellativo di Madiba, titolo onorifico che viene adottato dai membri anziani della sua famiglia.
Questa data, segnò la fine dell’ Apartheid, letteralmente significa “separazione”; era la politica di segregazione razziale istituita dal governo di etnia bianca del Sud Africa nel dopoguerra e rimasta in vigore fino al 1990. Codesto tipo di politica aveva due manifestazioni:
- La separazione dei bianchi dai neri nelle zone abitate da entrambi;
- L’istituzione di territori semi-indipendenti in cui molti neri furono costretti a trasferirsi.
L’ Apartheid cercò di promuovere gli interessi degli afrikaner, gruppo di maggioranza della popolazione bianca che erano da sempre favorevoli ad una politica razzista.
Inoltre, affermava di voler dare ai vari gruppi razziali la possibilità di condurre il proprio sviluppo sociale in armonia con le proprie tradizioni. I neri furono privati di ogni diritto politico e civile, potevano frequentare solo le istituzioni di scuole agricole e commerciali speciali.
La liberazione di Nelson Mandela decretò la fine dell’ Apartheid. Egli dall’interno della sua prigionia, dalle dimensioni di un letto matrimoniale, porterà avanti per ben 27 anni la sua battaglia contro il regime razzista, riuscendo a ottenere la solidarietà dell’opinione pubblica mondiale, imponendosi come leader pacifista e simbolo di giustizia e libertà.
Prigioniero politico privato della sua libertà e della vita stessa, Mandela non si arrende, urla da dietro le sbarre di una prigione che l’Apartheid va abbattuto.
Durante tutti quegli anni di prigionia ebbe modo di manifestare il suo stato d’animo in una bellissima poesia intitolata INVICTUS:
Dal profondo della notte che mi avvolgeBuia come il pozzo più profondo che va da un poloAll’altro,ringrazio gli dei chiunque essi sianoper l’indomabile anima mia.
Nella feroce morsa delle circostanze
Non mi sono tirato indietro né ho gridato per
L’angoscia.
Sotto i colpi d’ascia per la sorte
Il mio capo è sanguinante, ma indomito.
Oltre questo luogo di collera e lacrime
Incombe ma l’orrore delle ombre
E ancora la minaccia degli anni
Mi trova, e mi troverà senza paura.
Non importa quanto sia stretta la porta,
quanto piena di castighi la vita.
Son io il signore del mio destino.
Son io il capitano dell’anima mia.
Dopo una vita intensa, Mandela aveva raggiunto l’obbiettivo della sua vita, creare quello che è ancora oggi e che sembrava “quasi impossibile”: una democrazia stabile e multirazziale; con il potere di cambiare il mondo per ispirare, per unire le persone.
Claudio Panebianco & Tiziana Bannò
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