lunedì 31 ottobre 2011

Caro Stato: non sarebbe meglio prevenire che... ricostruire?




9 vittime e 4 dispersi: questo è, per il momento, il bilancio dell’alluvione che nei giorni scorsi ha sconvolto Liguria e Toscana e che aveva messo in allarme anche il Lazio.
Si continua a spalare fango dalle strade, si continua a cercare i dispersi nelle acque di Monterosso (SP), si continua a sperare che l’ennesimo disastro meteorologico che ha afflitto l’Italia in questi anni non abbia mietuto ulteriori vittime.
Purtroppo non sono immagini nuove quelle che provengono dalla provincia di La Spezia: è ancora vivo e doloroso il ricordo delle vittime di Giampilieri (ME), dove, nel 2009, un ondata di maltempo ha sconvolto il precario equilibrio idrogeologico di quella zona, spesso dichiarata ad alto rischio di frane.
Senza dimenticarci delle due disgrazie che nel 2010 hanno tolto la vita a quattro persone: tre a Massa Carrara a causa di un altro alluvione e, nel settembre dello stesso anno, un’altra ragazza, spenta a causa del torrente Dragone che, straripando, ha travolto Atrani (SA).
E, come se nel 2010 il maltempo non avesse già causato abbastanza danni, a Novembre il Friuli è stato soggetto ad allagamenti dovuti al cedimento degli argini e all’inefficacia dei sistemi di drenaggio che hanno provocato disagi nell’agricoltura, bloccato strade e ucciso svariati capi di bestiame.
Fango nelle strade, case allagate, fiumi che straripano, dighe che non riescono a sopperire all’improvviso aumento del livello dell’acqua, strade che diventano inagibili perché diventati dei veri e propri bacini acquiferi.
Immagini che scorrono nei telegiornali e sul web spesso, troppo spesso, e che portano a domandarsi dove finisca la fatalità del disastro meteorologico e dove comincino le responsabilità oggettive di funzionari statali ed imprenditori edilizi.
Solo l’intervento della Protezione Civile riesce a contenere i danni di coloro i quali avrebbero dovuto interessarsi alla messa in sicurezza di aree spesso definite ad alto rischio, ma che continuano a vivere alla giornata nella speranza che qualcuno intervenga per porre rimedio alle condizioni di sicurezza precarie in cui si trovano.
Ma, come dice il proverbio, non sarebbe meglio prevenire che curare?
Dopo ogni disgrazia che ha afflitto il nostro popolo ci siamo sempre rialzati, però, tra mille polemiche e tra svariati “se” e “ma”.
Ogni volta si sta a sindacare sulle precarie condizioni di sicurezza solo dopo che le disgrazie hanno luogo: come quando il direttore della Protezione Civile, Guido Bertolaso, accusò della disgrazia di Giampilieri (ME) l’abusivismo edilizio ed il mancato rispetto del piano regolatore, con la successiva apertura di un’inchiesta per disastro colposo da parte della procura di Messina.
Di questi giorni sono le polemiche sull’apertura della diga dell’Edison, a Massa Carrara, che avrebbe causato l’innalzamento del livello dell’acqua, ma la procura della provincia toscana non vuole fare della società produttrice di energia un capro espiatorio, bensì ha avviato una inchiesta contro ignoti per disastro ed omicidio colposo.
“Inchiesta contro ignoti”… E’ sempre difficile dopo una disgrazia del genere accusare direttamente qualcuno per quello che è successo, ed è anche ingiusto sicuramente. Ma il maltempo ed i fenomeni sismici che affliggono spesso il nostro paese sembrano coglierci ogni volta di sorpresa: ogni volta che l’argine di un fiume cede è un fulmine a ciel sereno, ogni volta che c’è un alluvione sembriamo essere noi a cadere dalle nuvole, senza avere idea del comportamento da seguire.
Sporadiche sono le comunicazioni durante i periodi di maltempo che forniscono solo informazioni banali sul comportamento da seguire, pressoché inesistente è la preparazione fornita nelle scuole e nelle strutture pubbliche ai funzionari su quelle che dovrebbero essere le norme di sicurezza da seguire durante i disastri (se attaccare ad una porta il percorso da seguire in caso di incendio o in caso di terremoto, con le relative esercitazioni fatte una volta l’anno, sono misure sufficienti, secondo voi, gradirei saperlo in un commento).
Oltre alla preparazione durante i momenti di crisi, almeno secondo la mia opinione, è soprattutto un problema di controlli, pressoché inesistenti, alle strutture che dovrebbero assicurare una certa stabilità e livello di sicurezza per i possibili disastri meteorologici e sismici che sono tipici di un clima mediterraneo e di una zona ad alto rischio di sismi come l’Italia, invece ci ritroviamo con strutture che non sono sicure, anzi, fatiscenti già in periodi di tranquillità, figuriamoci cosa potrebbe succedere con dei sismi.
Non credo di dover andare troppo indietro con la memoria e ritengo che nessun esempio sia più evidente, e triste da ricordare e da utilizzare come promemoria, del terremoto a L’Aquila di due anni fa: 308 morti e 1.600 feriti, nonostante Giampaolo Giuliani avesse già messo in allerta la Protezione Civile. Ancora una volta la procura de' L’Aquila ha aperto un’inchiesta contro ignoti per omicidio e disastro colposo, quello che ne è venuto fuori è stato veramente agghiacciante: “Grossolani errori di progettazione strutturale ed “errori” in fase di realizzazione, con l’impiego di materiale non conforme al progetto”. Riporto, ad esempio, solo questo dato che non vorrei sconfinare ulteriormente discutendo sulle polemiche sulla ricostruzione e sullo sciacallaggio, anche perché penso, e spero, che tutti ne siano a conoscenza.
C’è solo da ringraziare il cielo se nella notte tra il 28 e il 29 Ottobre non vi sono stati danni e vittime in seguito al sisma tra Varese e Trento di grado 4.2 sulla scala Richter.
Ma quante altre volte andrà bene? Quanto ancora dovremo vivere col terrore che un sisma o un’ alluvione non metta a repentaglio la vita di persone la cui unica colpa è quella di essere state prese in giro da coloro i quali dovrebbero preoccuparsi della sicurezza? Per quanto ancora dovremo assistere a lavori fatti in maniera approssimativa o con materiale scadente?
Preferite aspettare oppure pretendere una risposta adeguata ? Fatemelo sapere nei vostri commenti, grazie della lettura.
Fazio Massimiliano

1 commento:

  1. Risposte...come tutti cerchiamo risposte. Il nostro Stato difficilmente è disposto a darci le giuste risposte, in quanto sa che le giuste risposte non le può dare. Potrà dare sempre e solo le risposte "migliori", a loro dire naturalmente.
    Di certo non verranno mai a dirci: "a noi conveniva costruire sul letto del fiume perché con l'appalto ci paghiamo le vacanze"...
    Purtroppo la verità "costa"...

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